Autore: Cecilia Zizola
•
15 marzo 2022
In questi giorni Palazzo Ruzzini è aperto . Aperto ma senza ospiti in una città svuotata dal lockdown. Una città che ospita ogni anno 23 milioni di visitatori: ci sono ben 370 visitatori l’anno per ogni residente nel centro storico, dove siamo meno di 54 mila. L’anno scorso di questi tempi si parlava di questo, ed era l'Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), l’agenzia Onu di riferimento, a dichiarare questi numeri mettendoci in guardia sulla gestione di questi flussi. Da settimane invece, protagonista della nostra incantevole città d’acqua è il silenzio. L’emergenza coronavirus non riguarda più soltanto l’Italia, ma moltissimi altri paesi. Sono vuote e silenziose le vie sotto le nostre case, e ogni immagine sul mondo trasmette un senso di fragilità . Lo stesso che sentiamo noi veneziani, tra calli, campielli, canali senza l’allegria delle vostre voci , di accenti e lingue straniere provenienti da ogni parte del mondo, colori, suoni che si mescolano da sempre nella nostra città. Ogni giorno mi fa pensare a Voi Cammino tra le stanze affrescate da Gregorio Lazzarini e Tiepolo, grandi pittori del Settecento, ammiro dal salone al primo piano la bellezza di Campo Santa Maria Formosa dalle grandi vetrate che lasciano trasparire raggi di sole. È uno dei campi più grandi della città: a partire da esso si snodano un totale di nove calli e di undici ponti. E mi affaccio sul Rio del Paradiso , dove passano solo poche barche a remi o a motore di residenti autorizzati. Venezia incanta sempre, ma la magia del silenzio amplifica gli spazi. È una Venezia sconosciuta ai più , e ora mi sento un privilegiato a poterla vivere e raccontare a voi. È una sensazione strana e ogni giorno mi fa pensare a voi , chiusi nelle vostre case del nostro bellissimo Paese, Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Palermo… o del mondo. Agli ospiti newyorkesi, che ora sono nella Grande Mela, una metropoli all’inizio così lontana dall’emergenza scoppiata in Cina e poi diffusasi in Italia e in Europa, è oggi una delle città svuotate più a rischio. Agli spagnoli che hanno la loro Madrid, tra le capitali tra le più colpite in Europa dall’emergenza coronavirus. Ai francesi, a Parigi e a tutta la Francia in lockdown da quasi due settimane. All’Australia, Norvegia, Argentina... non c’è posto del mondo che non sia stato ospite al Ruzzini. E ora tutti quei volti si legano anche alle notizie di bellissimi gesti di solidarietà tra i Paesi del Mondo, che ci dimostrano proprio ora che siamo distanti che un mondo senza divisioni sia possibile. Quando torneremo ad abbracciarci, ricordiamoci di questa nostalgia ma soprattutto ricordiamoci di riscoprire nuovi sentimenti, nuove emozioni attraverso il paesaggio che il nostro Paese offre. Ricominciamo a viaggiare e a lasciare che a contagiarci questa volta sia la bellezza delle nostre città.